Letteratura e Adobe Spark: una proposta didattica

Negli ultimi 15 mesi le assegnazioni di attività individuali o di gruppo che prevedono come prodotto finale la creazione di un video o di una narrazione multimediale hanno visto una crescita esponenziale: iMovie, InShot, Wondershare Filmora e altri software hanno colonizzato le aule virtuali italiane, mostrando le potenzialità che il mezzo digitale offre per la riappropriazione e attualizzazione di contenuti scolastici di carattere letterario. Molte volte, per esperienza, i prodotti presentati hanno superato le aspettative dell’insegnante, dimostrando, ancora una volta, la necessità di incanalare la creatività delle nuove generazioni per far rimanere “vivi” i monumenti della nostra tradizione.

Credo che, però, in questa “overdose” ci si sia interessati poco alla “sostenibilità”, tanto economica, quanto, oserei dire, temporale di tali attività; spero di non passare per classista se rifletto sulla differenza esistente tra gli strumenti (potenzialmente) in dotazione di uno studente di un liceo classico cittadino rispetto a quelli di un coetaneo che frequenta un istituto professionale per i servizi alberghieri di provincia, magari nel Sud Italia; altrettanto importante però è cercare di non sovraccaricare gli studenti in attività più adatte a una classe di grafico che non a quella di un liceo dove, come da Profilo in uscita, gli studenti dedicano molte ore alle discipline di studio (storia, filosofia, letteratura) o a quelle di indirizzo (lingue straniere, lingue classiche, matematica e via dicendo), che necessitano di molto esercizio.

In questi anni, ancora prima dell’esplosione della bomba Covid-19, ho avuto modo di conoscere, in un corso di aggiornamento sull’uso dell’Ipad nella didattica, e consigli preziosi di una collega “virtuale“, la piattaforma Adobe Spark, una vera e propria Suite, che comprende al suo interno dei tool per creare video (Adobe Spark Video), narrazioni multimediali (Adobe Spark Page), sotto forma di semplici pagine web, ma anche post (Adobe Spark Post). Tralascerò, per ragioni di scarsa utilità didattica, ma anche di poca dimestichezza personale, l’ultima applicazione, per concentrarmi sulle prime ed esporre due attività didattiche interessanti, che si possono applicare alla letteratura italiana del secondo anno e del triennio. Prima però, per i meno esperti, è opportuno spiegare in modo semplice il funzionamento di tali strumenti.

Adobe Spark è un’applicazione online sviluppata dalla famosa software house Adobe, leader mondiale di applicazioni per la grafica, la creazione e il montaggio video (sono suoi, ad esempio, Photoshop, Premiere e Illustrator). Fa parte del pacchetto Creative Cloud e permette di creare a utenti senza particolari competenze informatiche (quindi anche a noi insegnanti e alunni di istituti che non siano il tecnico informatico), grafiche per i social o per brochure, pagine web dal design accattivante e brevi video perfetti per il digital storytelling.  Con Adobe Spark Page si possono realizzare (senza, quindi, padroneggiare il linguaggio HTML) concretamente delle pagine web in cui si alternano immagini, testo, link a video o altre applicazioni, il tutto in modo semplice e intuitivo: caratteristica di Abobe Spark Page sono le “transizioni”, passaggi da una pagina all’altra con la scomparsa progressiva della sezione precedente. Creare una presentazione con Adobe Spark Page è semplice e risulta come “narrare una storia”. Una volta terminato il progetto, si può pubblicare, ottenendo un semplice link da condividere sui social o da incorporare in un altro sito.

In tempi di Didattica a Distanza e di impossibilità a lavorare “in gruppo” in presenza, Adobe permette la collaborazione tra i componenti di un gruppo: una volta creato, infatti, il progetto, nella barra dei comandi in alto (vedi immagine sotto) è possibile cliccare su “Invita” e, inserendo l’indirizzo e-mail con cui si sono registrati i componenti, lavorare sulla medesima presentazione anche se, ahimé, non in modalità sincrona.

La barra dei comandi di Adobe Spark Page

Per creare invece dei video facili e intuitivi, l’applicazione di riferimento della Suite è Adobe Spark Video; anche questa è gratuita e consente di realizzare dei video di ottima fattura, costituiti da sequenze che si succedono tra di loro, con l’accompagnamento della musica e la gestione del tempo impostabile nei comandi in basso a destra. Una volta stabilito di quante sequenze dovrà essere il nostro video, quali immagini dovrà includere, quali testi incorporare e con quale musica di sottofondo, senza alcuna competenza di editing video sarà possibile scaricare il nostro prodotto multimediale in formato MP4, condivisibile in Drive (o Dropbox). Adobe Spark Video dà anche una sequenza standard di inizio, su cui si può lavorare come sorta di “canovaccio” per la storia da raccontare sotto forma di video. Per chi preferisse lavorare online, l’applicazione genera un semplice link che, messo nella barra di navigazione del browser, fa partire il video. Anche qui, come in Spark Page, è possibile collaborare, in modalità asincrona, alla creazione del prodotto multimediale. Unica pecca è la presenza del marchio Spark, non rimovibile nelle versioni free, ma che non disturba per nulla la fruizione del prodotto multimediale ottenuto.

Tornando alle considerazioni iniziali sulla sostenibilità, Adobe è free, “gratuita” e può essere utilizzata da chiunque possieda uno smartphone, un tablet, un PC; altre applicazioni, che daranno magari risultati grafici migliori, sono pensate nello specifico per utenti con dispositivi Apple, ma, a mio avviso, uno dei prerequisiti alla base di tutte queste attività col digitale è l’accessibilità da parte di chiunque: Adobe fa al caso nostro perché gestibile da utenti iOs, Android o da computer.

Con Adobe Spark Video ho progettato per la classe seconda, nel corso di questo anno scolastico assai “tribolato”, un’attività, dal titolo “Video-poesie del Novecento” sulla trasformazione in video di liriche di autori del Novecento; personalmente, credo che il biennio debba essere dedicato anche ad attività che mettano in gioco la creatività della classe, il gusto per la scoperta, per l’espressione di emozioni. Scontato dire che tale attività, a livelli di complessità maggiore, è applicabile anche in un triennio, ma sono le tempistiche, l’assillo dei contenuti culturali da portare avanti e, da ultimo, un esame ancora basato sulle conoscenze, a renderne difficile la realizzazione. Nella mia progettazione dell’estate 2020, da illuso, avevo previsto la realizzazione, nella parte finale dell’anno di un “campionato dei poeti” per la mia classe quinta: nello specifico, avevo progettato di realizzare dei brevi video su poeti poco studiati del Novecento, con la lettura, in video, di alcuni brani significativi e successiva votazione a eliminazione, come in un vero e proprio campionato… Sarebbe stato un modo per riscoprire le poesie di Sandro Penna, di Alda Merini, di Andrea Zanzotto, di Patrizia Cavalli, ma, ahimé, il “tempo divoratore” e la sostenibilità per i ragazzi, oberati di prove sommative ed elaborato conclusivo, mi ha portato ad accantonare questo laboratorio col digitale.

Trasformare in video una poesia può sembrare un’operazione banale, quasi ludica, e praticabile da tutti, ma in realtà non è così: presuppone una comprensione profonda del testo che si andrà a mettere in scena, la lettura espressiva dei versi, la messa in immagini delle parole del poeta, l’enucleazione dei nuclei concettuali e delle parole-chiave che, nelle consegne, cerco sempre di prevedere. Insomma, lungi da essere un’attività di intrattenimento, implica una riappropriazione profonda da parte del gruppo del testo assegnato. Tale attività, d’altra parte, promuove un apprendimento di tipo significativo, direbbe lo psicologo statunitense Ausubel e offre ai ragazzi la possibilità di costruire la conoscenza in modo sulla base delle loro attitudini, ma soprattutto riflettere e interiorizzare dei contenuti, troppo spesso subìti più che appresi. D’altra parte attività laboratoriali come le videopoesie consentono di memorizzare informazioni e concetti, acquisire nuovo lessico specifico, comunicare idee e progetti, oltre  a creare dei collegamenti tra più materie. Concretamente, la poesia farà parte di quel bagaglio culturale che difficilmente si scorderanno a fine percorso di scuola superiore.

Tra i risultati sicuramente più interessanti di questo laboratorio c’è la video poesia realizzata a partire dalla celeberrima lirica di Ungaretti, I fiumi. Ecco il link e una sequenza significativa del video, con le “parole-chiave”: https://spark.adobe.com/video/dAnOvQ9nJMlZz

Adobe Spark Page è invece ideale per sviluppare narrazioni multimediali sulla Commedia (qui il link a un progetto realizzato nel 2019), ma quest’anno ho voluto sperimentare questa applicazione per alcuni lavori di gruppo sul Decameron di Boccaccio. La trattazione di uno degli argomenti-chiave del terzo anno è caduta, casualmente, durante dei momenti di Didattica a Distanza: questo mi ha consentito di farli lavorare durante le lezioni sincrone, nelle stanze di Classroom, sulla novella assegnata e, sfruttando la collaborazione resa possibile dallo strumento, di consentire di decidere i contenuti (testo, immagini, link) in tempo-reale. Durante gli anni universitari, uno dei corsi che mi aveva maggiormente colpito era stato quello intitolato “Boccaccio visualizzato”, che si concentrava, sulla scorta delle indagini di Vìttore Branca, sulla fortuna del capolavoro del certaldese nelle arti figurative. La rete, in periodi di pandemia, ci ha fornito tantissimi materiali: il sito “Casa del Boccaccio. Ente Nazionale Giovanni Boccaccio” contiene una sezione, “Boccaccio visualizzato”, esplicitamente dedicata alle rappresentazioni delle novelle ambientate durante la peste del 1348. Così, chi ha ricevuto in assegnazione, per esempio, la novella “Tancredi e Ghismonda”, inserendo il titolo nel motore di ricerca del sito, otterrà tutte le rappresentazioni iconografiche della novella > http://www.enteboccaccio.it/s/casa-boccaccio/item?search=ghismonda

http://www.enteboccaccio.it/files/original/973/It._63_f._133r.jpg

Come avrete notato, si tratta di una webquest molto vincolata, ma che persegue anche l’obiettivo di far approcciare agli studenti la rete in modo critico, sapendo distinguere tra siti affidabili e non; inoltre consente di fondere letteratura e arti figurative, in una simbiosi rispettosa delle intenzioni del certaldese. Prosegue, applicato su un autore dell’ “autunno del Medioevo”, quel filone che cerca di legare letteratura e arte e di cui ho parlato in questo articolo del mio blog.

Questo è l’Adobe Spark Page che, a mio avviso, è riuscito a rappresentare al meglio la fusione tra le parole di Boccaccio e la “caccia infernale” descritta nella novella di Nastagio degli Onesti, anche perché si sofferma sulla memoria letteraria e iconografica di Dante, ben presente al discepolo Boccaccio.

Davide di Tommaso Bigordi (Davide Ghirlandaio) (1483-1500), Nastagio degli Onesti mostra agli invitati al banchetto la visione della caccia infernale

https://spark.adobe.com/page/UJL198dL1DAsn/

Insomma, credo che l’insegnamento della letteratura italiana, specie in tempi di pandemia e di didattica a distanza, non possa prescindere dall’espansione digitale che, dal mio punto di vista, non va intesa come una moda, ma come una potenzialità offerta dalla rete, se questa è usata con accortezza, citando le fonti e dirigendosi, sotto la supervisione del docente tutor, verso siti affidabili, spesso espansione di pubblicazioni online. Pensare, d’altra parte, di trascorrere ore e ore di lezione frontale, magari in Dad, cercando di “rifare” da remoto l’analisi delle novelle del Boccaccio, oppure esercizi di analisi di poesie al biennio, non può che portare a frustrazione, tanto nel docente, quanto in chi ascolta, magari dietro lo schermo di un PC. Ritornando alle considerazioni espresse a inizio articolo, nella progettazione di questi percorsi, va anzitutto calibrata la fattibilità e l’impegno orario del gruppo; l’ideale sarebbe proporre un’attività digitale nel primo e una nel secondo quadrimestre, magari attraverso strumenti diversi (Spark e Canva, Spark e Genial-ly, per esempio), di modo che, alla conclusione del percorso liceale, anche senza la presenza dell’insegnamento di informatica, si possano diplomare studenti con un bagaglio di competenze digitali utili per il mondo dell’università e del lavoro.

Prof. Matteo Zenoni

2 pensieri riguardo “Letteratura e Adobe Spark: una proposta didattica

  1. Bella idea quella del campionato dei poeti, Matteo, ti auguro di riuscire a proporlo in futuro in modo fattivo. Per quanto riguarda Adobe Spark non ho capito se è a pagamento e, nel caso, se è la scuola a doversi attivare…
    I miei studenti per ora usano semplicemente iMovie sullo smartphone, io ammetto di rifarmi a Wondershare e all’editor video di Windows (che però è molto limitato); non ho mai imparato a usare Pinnacle Studio.
    Ripensando a come imparavano noi al liceo, praticamente solo tramite il canale uditivo, mi rendo conto che ormai il canale visivo è fondamentale, però non ci si improvvisa “registi”, servirebbero dei corsi di aggiornamento ad hoc, che dici?

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    1. No, è gratuito. Gli studenti si possono iscrivere con account istituzionale. Certo, nella versione a pagamento hai sfondi transizioni ed effetti migliori ma parlavo di “sostenibilità”

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