Sui compiti delle vacanze natalizie

Se ripenso alle mie vacanze tra il Natale del 1997 e quello del 2001, oltre alle uscite in montagna e alle abbuffate scartando regali di parenti e amici, non possono dimenticare le lunghe ore passate a svolgere i compiti assegnati dai miei insegnanti. Studente dello Scientifico “Andrea Fantoni” di Clusone, recentemente balzato agli onori delle cronache nazionali come il “primo liceo d’Italia” secondo Eduscopio, ho trascorso buona parte della mia adolescenza chino sul Castiglioni-Mariotti a tradurre versioni (non era stato ancora aperto il sito Splashlatino!), a svolgere esercizi di matematica sul Bergamini-Trifone-Barozzi e a studiare letteratura inglese, grazie a un’insegnante che ci forniva una preparazione paragonabile a quella di un Liceo linguistico. E non ho smesso di studiare e svolgere esercizi nemmeno durante il periodo della sospensione delle lezioni tra fine dicembre e inizio gennaio: si trattava di settimane, come ci ripetevano gli insegnanti, utili per rinforzare le conoscenze e non perdere l’allenamento (sic!).

https://myvalley.it/2021/11/eduscopio-svettano-il-liceo-scientifico-del-fantoni-e-il-classico-del-celeri/

Entrato nel mondo dell’insegnamento in una scuola paritaria nel lontano 2010, ricordo ancora il diktat della nostra Vicepreside: «Che non mi venga riferito che date compiti per le vacanze di Natale , perché ho già sentito la famiglia …… che ha prenotato a…» e seguiva l’elenco delle località di vacanza delle famiglie della Bergamo-bene, tra Sudafrica, Dubai, Courmayeur e via dicendo; ammetto che il passaggio dall’etica del lavoro calvinista dell’alta Val Seriana a questo “rompete le righe” cittadino mi lasciava un po’ perplesso, ma, per non incorrere in richiami o altro (…) mi sono sempre adeguato e non ho mai assegnato compiti estivi fino a quando non è rimasta al comando la Sig.ra sopra menzionata.

Con il passare del tempo e approdato nel pubblico, ho virato verso compiti delle vacanze natalizie differenziati, assegnando un pacchetto di recupero e riallineamento per gli studenti con insufficienza e fragilità e uno di consolidamento o potenziamento per chi non avesse nessun recupero da effettuare, ma necessitasse solo di esercizio, specie in latino e nella competenza di scrittura. In realtà, insegnando in un liceo con un numero consistente di materie, specie al triennio, nel momento in cui assegnavo i compiti, si alzava sempre la voce delle studentesse o degli studenti più bravi che mi imploravano dicendo: «Profe la prego, ci dia pochi compiti perché siamo già pieni».

Negli ultimi due anni, vuoi la pandemia, vuoi le mutate condizioni di lavoro, sono entrato nel partito dei fondamentalisti “NO-COMPITI” per diverse ragioni che andrò a dettagliare, cercando di convincere i colleghi-lettori a entrare nella mia schiera.

In primo luogo, le vacanze di Natale sono delle “non vacanze”, o meglio, si configurano come un periodo talmente breve che non può essere destinato a un’attività didattica proficua e continua; se si escludono difatti le feste comandate (Natale, Santo Stefano, San Silvestro, Capodanno, Epifania), i pre-festivi e le eventuali domeniche o sabati non inclusi, si arriva a 4-5 giorni “feriali” e quindi il tempo per poter svolgere le consegne richieste dai docenti risulta davvero ridotto. Diverso è il discorso per le “vacanze estive”, gli interminabili tre mesi tra giugno e settembre che necessitano di un lavoro equilibrato di allenamento, stante la possibilità di rilassarsi per un periodo non indifferente.

In secondo luogo, è l’etimologia stessa di “vacanza” a doverci fare riflettere sulla necessità di non dare alcun compito alle povere creature. Negli scorsi anni avevo proposto sul dizionario etimologico online un’interessante attività, dal titolo “Adotta una parola”, per recuperare dei termini andati in disuso e non disperdere la ricchezza del patrimonio lessicale della lingua italiana; se si infatti naviga nel sito etimo.it, versione web del famoso Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani e si inserisce la parola “vacanza”, si troverà la sua etimologia, che vi riporto qui sotto.

https://www.etimo.it/?term=vacanza&find=Cerca

“Vacanza” deriva, come si legge, da vacans, participio presente del verbo latino vaco, as, are, che significa “essere sgombro, senza occupazioni”; paradossalmente l’espressione si configurerebbe come un ossimoro, dal momento che il “compito”, etimologicamente “opera da portare a compimento”, non dovrebbe essere previsto per un periodo destinato al riposo, alla calma, allo stacco da impegni, preoccupazioni, doveri (almeno quelli scolastici o lavorativi).

Inoltre, i compiti delle vacanze natalizie rappresentano un ulteriore carico per gli insegnanti stessi, a meno che non si assegnino e se ne dia una correzione collettiva, in classe, senza ulteriore aggravio pomeridiano. Se da un lato materie come latino, matematica o le lingue straniere prevedono dei compiti con una correzione di questo tipo piuttosto efficace (specie se, per esempio, si proietta l’esercizio alla LIM e lo si analizza in modo puntuale, esplicitando la soluzione corretta), per i testi scritti, spesso di taglio personale, risulta fondamentale una correzione individuale, con le implicazioni di cui ho parlato nell’ultimo articolo. D’altra parte non mi è mai piaciuto assegnare compiti di scrittura senza darne almeno una correzione veloce, un feedback e, quindi, se assegnassi (ma non lo faccio!) dei compiti delle vacanze per tutti, mi dovrei anche far carico della loro restituzione.

Va considerato poi il contesto dell’anno scolastico 2021-2022, un primo quadrimestre che, dai confronti con altri colleghi, è stato particolarmente stressante tanto per i docenti quanto per gli studenti: forse abbiamo sbagliato a non considerare la difficoltà di stare in classe 5h con la mascherina (e lo stesso vale per gli alunni); abbiamo poi cercato di fare il più possibile, in un oraziano carpe diem visto l’andamento dell’epidemia; abbiamo sperimentato di nuovo modalità di lezione a cui non eravamo più abituati, talvolta regredendo a metodologie pre-pandemiche che, ahimé, si rivelano stancanti. Insomma, necessitiamo tutti di un tempo di riposo, per riuscire a ripartire carichi per concludere questo ennesimo anno di scuola in tempo di Covid-19.

D’altra parte, assegnare compiti delle vacanze appesantisce soprattutto i ragazzi bravi e studiosi, che li svolgeranno con impegno e dedizione come hanno fatto per quelli del primo quadrimestre; gli svogliati e chi vive di espedienti li copierà da whatsapp il giorno prima del rientro: i primi avranno avuto le vacanze rovinate o, quanto meno compromesse, avendo perso, tra le altre cose, un’occasione per ricaricare le pile, mentre i secondi perpetueranno il modus operandi che li caratterizza. I compiti delle vacanze, quindi, se ci pensiamo bene, nascondo questa “beffa” su cui forse bisognerebbe concentrarsi.

Qualcuno ribatterà: «Io nelle vacanze di Natale non do compiti, ma assegno solo un romanzo da leggere…»; l’iniziativa è lodevole, ma siamo davvero sicuri che dare un libro da leggere non sia un carico di lavoro più pesante di 5 versioni da tradurre e 10 problemi di matematica da svolgere sul quaderno? Il periodo invernale invoglia sicuramente alla lettura, ma non dovremmo dimenticare che le abitudini di noi adulti non coincidono con quelle degli adolescenti che, al posto di leggere il libro assegnato dal docente di lettere di turno, magari preferirebbero giocare ai videogiochi, guardare una serie su Netflix o andare a sciare con gli amici o a pattinare in centro…

In conclusione, non so se questo articolo vi ha convinto, ma forse bisognerebbe davvero provare a non dare alcun compito delle vacanze natalizie, almeno per un anno, per “vedere l’effetto che fa”. Credo che ogni insegnante debba sperimentare e provare delle soluzioni, che non vanno mai viste come definitive, ma come dimostrazione di un lavoro che, come ripeto sempre, si impara facendo e che si realizza in contesti che mutano sempre.

Aspetto i vostri commenti qui sotto!

2 pensieri riguardo “Sui compiti delle vacanze natalizie

  1. Non dare compiti per le vacanze di Natale è una richiesta che anch’io mi sento ricevere ogni anno, quest’anno a maggior ragione visto che siamo tuti (docenti e studenti) con un piede in manicomio. Personalmente per storia non assegno alcunché, per italiano uno o due brani da leggere sul manuale, nessun tema proprio perché non riuscirei a correggerli come dici tu, Matteo. Resta latino e in questo caso non me la sento di lasciare i ragazzi 16 giorni senza tradurre qualche frase o una versione. Parliamo alla fine di 2/3 ore al massimo. Nell’ultimo giorno di lezione ho permesso loro d’iniziare il lavoro e non ha avuto particolari lamentele. Usiamo, poi, la piattaforma Aeneas per esercizi di morfologia veloci (30 secondi per voce) che è quasi un gioco.
    Per i libri di narrativa propongo dei titoli ma li lascio liberi come alternativa di leggere quello che vogliono. Discorso diverso se dobbiamo prepararci per un incontro con l’autore o attività di PCTO che richiedono approfondimenti specifici.
    Bisognerebbe, poi, coordinarsi come cdc, magari condividendo il quadro completo dei compiti materia per materia in modo d’avere un quadro complessivo della loro entità. Penso che in alcuni istituti già si faccia, magari in quelli che hanno svolto gli scrutini prima di Natale.

    ps se ripenso ai miei anni di liceo, mi viene in mente il fatto che con i compiti era sempre un mezzo disastro, specie quelli estivi: facevo quelli delle materie che mi piacevano, gli altri continuavo a posporli salvo trovare soluzioni creative pochi giorni dall’inizio delle lezioni.

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    1. No, io invece non do proprio nulla neppure di latino perché se tutti pensassimo di impiegare i ragazzi per 3h, contando che sono 12 materie, si arriverebbe a 36h e quindi 12 mezze giornate occupate a fare compiti.
      Trovo invece molto interessante la proposta di una scuola bergamasca dove lavora un’ex collega, che ha deciso di inserire i compiti delle vacanze di Natale in un file in Drive condiviso con la richiesta di inserire anche il tempo stimato per lo svolgimento delle consegne..

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