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Sulla base delle riflessioni teoriche dell’articolo di ieri (clicca qui se te lo sei perso), proviamo quindi a creare un laboratorio di lettura e scrittura argomentativa a partire da un editoriale del 2014 di Ernesto Galli Della Loggia dal titolo Il linguaggio dell’inciviltà; mi si potrà controbattere che l’articolo di fondo è “datato”, ma la questione che pone, ovvero la degradazione civile e morale italica, che interessa anche il linguaggio ed è, per l’editorialista, legata al collasso di istituzioni come la scuola, la famiglia e la chiesa, risulta, ahimé, ancora attuale.

Ecco il link all’editoriale.
Prima di iniziare, cerco di motivare la scelta dell’editorialista, consapevole della presenza di altri altrettanto validi e piacevoli da leggere: Galli Della Loggia, infatti, esprime sempre un’argomentazione molto chiara e, talvolta, controcorrente, su questioni vicine anche all’universo esperienziale dello studente (scuola, società, moda) e, quindi, la sua tesi può essere oggetto di discussione e confutazione, evitando quell’assertività o argomentazione d’appoggio che spesso caratterizza le produzioni di tipologia B. Come ho notato infatti nell’articolo Bentornata prima prova e sul blog di Luperini (clicca qui se ti sei perso il mio contributo) porre gli studenti di fronte a tematiche su cui non possano esprime un punto di vista originale è quasi castrante: quale argomentazione potranno presentare contro il discorso di Parisi sul cambiamento climatico e la necessità di azioni urgenti dei governi? Si tratta di un’emergenza talmente nota e condivisa che qualsiasi parola in più risulta banale e gli argomenti triti e ritriti.
La prima operazione da fare è il riassunto, un esercizio quanto mai produttivo per Serianni; per l’accademico romano esso «non è un esercizio banale, ma ha un peso importante. Si tratta di rendere in modo efficace un testo di partenza senza sbrodolare, gerarchizzando le informazioni. Gli studenti hanno l’ingenua convinzione, quando fanno un tema, che più si scrive e meglio è. La sintesi invece è una dote importante, anche perché in genere il risultato di quanto scriviamo non è Guerra e pace di Tolstoj» (I. Venturi, La svolta di Mister italiano: “Dalle medie alla maturità meno temi e più riassunti”, «La Repubblica», 18.09.2017). Quando si richiede un riassunto è bene che si indichi un vincolo, in questo caso di 15 mezze righe. Come alternativa, però più complessa, c’è la cosiddetta “analisi sequenziale”, ovvero la richiesta di dividere l’editoriale nelle sue componenti (p.e. narratio, esposizione della tesi, argomenti e via dicendo) riassunte quindi con una frase.
Per far comprendere poi allo studente la differenza tra problema e tesi, è opportuno far esplicitare qual è la controversia su cui si riflette e in cosa consiste l’opinione di Galli Della Loggia; proficuo è anche far individuare i paragrafi in cui è contenuta la tesi. Sono operazioni che conducono a una lettura PROFONDA del testo, quanto mai complessa per gli studenti perché, come sottolineano gli studi di Maryanne Wolf (si veda il libro Lettore, vieni a casa), con il dilagare del digitale questa sta scomparendo, sostituita da una istantanea, che salta da una parola all’altra perdendo parte del significato veicolato dall’autore. Si leggano queste interessanti considerazioni della neuroscienziata americana nell’articolo Doppia lettura apparso su «The Guardian», e poi in «Internazionale», n. 1277, 12 ottobre 2018: «Lo studioso di letteratura inglese e docente universitario Mark Edmundson ha osservato che molti studenti si rifiutano di leggere i classici dell’Ottocento e del Novecento perché non hanno più la pazienza di affrontare testi lunghi, difficili e densi di significato. Ma questa “impazienza cognitiva” degli studenti dovrebbe preoccuparci meno di quello che c’è alla sua base: la potenziale incapacità di un gran numero di studenti di leggere a un livello di analisi critica sufficiente da comprendere la complessità di pensiero e di argomentazione di testi impegnativi, che si tratti di libri di letteratura e di scienza all’università, di un testamento, di un contratto o delle domande volutamente contorte alle quali dovranno rispondere quando da comuni cittadini saranno chiamati a partecipare a un referendum» (M. Wolf, Doppia lettura, già in «The Guardian», ora in «Internazionale», n. 1277, 12 ottobre 2018). Ecco, a mio avviso, proporre sull’editoriale una lettura profonda può avere effetti positivi non solo nell’ambito scolastico ma, in generale, nella vita democratica dello studente.

Legate alle mosse argomentative, su cui si insiste molto nel Documento del gruppo di lavoro che ha portato alla nuova tipologia B, sono anche i connettivi dell’argomentazione (qui una tabella riepilogativa, a uso di colleghi e alunni), sui quali è opportuno che gli studenti abbiano una competenza ricettiva (capacità di individuarli e, soprattutto, di riconoscerne gli scopi) per poi manifestarne una attiva, nella parte di produzione che verrà loro richiesta. Nell’esercitazione ho pensato a un quesito di questo tipo: “Evidenzia, in ogni paragrafo, i connettivi testuali usati dall’editorialista, volti a rendere efficace il testo argomentativo”. Con operazioni di questo tipo gli studenti possono osservare, per poi metterla in pratica, una corretta paragrafatura, operazione sempre più complessa da gestire, dato che spesso, come docenti, ci troviamo di fronte o a testi “polpettoni” (assenza di punteggiatura), oppure “spezzatino” (in cui si va a capo a ogni punto).
Nella parte centrale dell’analisi è interessante richiedere allo studente di fare inferenze, a partire da quanto letto nel testo; una domanda potrebbe essere questa: “Quale giudizio traspare sui politici del XXI secolo? Argomenta con evidenze testuali”. Lo studente dovrà rileggere, in particolare, i paragrafi 2 e 4 e da lì ricavare l’opinione di Galli Della Loggia sull’attuale classe politica (i personaggi, stante l’articolo di 8 anni fa, sono ancora vivi e vegeti e, anzi, affollano le aule televisive anche in questi giorni).
Come spesso vado argomentando, povertà concettuale e lessicale vanno a braccetto; nel capitolo L’arricchimento lessicale, all’interno di un testo imprescindibile per noi docenti di lettere, ovvero L’ora di italiano. Scuola e materie umanistiche, Serianni si rammaricava del fatto che una quota rilevante di quattordicenni non conoscesse il significato di biasimare. Sosteneva quindi che fosse «essenziale puntare sulla padronanza del lessico, specie di quello astratto» (L. Serianni, L’ora di italiano. Scuola e materie umanistiche, Laterza, Roma-Bari 2010, p. 77). A suo avviso in ogni testo ben scritto presente sui quotidiani ci sono delle “parole da salvare”, che «profumano in molti casi d’antico, non saranno proprie dell’uso corrente, ma sono pronte a prestare la loro opera per chiunque voglia ancora disporne» (L. Serianni, L’ora di italiano, op. cit. p. 79). Si tratta, per dirla breve, di termini di ambito astratto, caratterizzate, per riprendere le parole di Calvino, da quella esattezza che, purtroppo, manca nelle parole inserite nel ridottissimo bagaglio lessicale degli adolescenti, per i quali la precisione linguistica è una competenza sempre più deficitaria.

Ho quindi previsto una consegna che facesse lavorare la classe (anche in modalità laboratoriale) su alcune parole del brano “da salvare”, chiedendo agli studenti di darne una opportuna parafrasi e spiegazione. Va da sé che, per alcune, penso a corrive, ci si dovrà avvalere dei dizionari, ma non lo vedrei come un impedimento, quanto come un passo nella consapevolezza di un lessico da arricchire. Ecco la richiesta che introduce l’elenco di termini ed espressioni sotto riportato: “Analizza il significato di questi termini o espressioni appartenenti al lessico astratto e alto” .
- «coazione irrefrenabile»
- «le più corrive e quasi le più compiaciute»
- «bettole più malfamate»
- «brandelli di parlato spontaneo»
- «clima spicciativo fino alla brutalità»
- «è stato battuto in breccia»
- «turpiloquio sessista»
- «coacervo d’inciviltà»
- «guitti di sinistra di ieri»
Da ultimo, per rispettare i due momenti della tipologia B, va impostata una produzione argomentativa, che possa consentire agli studenti di esprimere la propria tesi sulla controversia oggetto dell’editoriale; anche qui è opportuno dare dei vincoli (numero di colonne del foglio di protocollo o battute nel caso di produzione online) ed essere chiaro nelle richieste; io ho pensato a una traccia così strutturata: “Commenta l’editoriale di della Loggia ravvisando la validità della tesi enunciata e rinforzandola con argomentazioni derivanti dal tuo percorso di studi o dalla tua esperienza personale. Se invece dissenti dall’autore, presenta una contro-tesi in cui confuterai punto per punto gli argomenti del giornalista. In questo secondo caso, il testo dovrà seguire all’incirca la seguente struttura:
- narratio
- enunciazione del problema
- presentazione della tesi da confutare e delle principali argomentazioni addotte a sostegno
- confutazione
- enunciazione della contro-tesi che intendi sostenere
- esposizione delle ragioni a sostegno della controtesi
- conclusione
Credo sia opportuno, specie al quarto anno, proporre già l’adesione o meno alla tesi dell’autore per far capire allo studente come le parole dell’editorialista non siano “oro colato” e si possa “dissentire”, anche parzialmente, rispetto ad alcuni snodi dell’argomentazione talvolta faziosi o, magari, forzati. Presentare poi una scaletta permette agli scrittori meno esperti di avere un aiuto e, in presenza di studenti con BES, di fornire al contempo uno strumento compensativo.
Insomma, come si può vedere da questa proposta, un editoriale ben scritto e su un problema controverso contiene davvero una miniera di idee per l’insegnante di italiano che voglia proporre una “palestra” di scrittura (e di idee) per le classi del triennio. Per gli eroi che sono riusciti ad arrivare in fondo all’articolo, anzi, al doppio articolo (!), un meritato regalo: l’esercitazione in formato .docx ,da poter adattare e modificare per le proprie esigenze didattiche.
Ottimo spunto per una didattica laboratoriale e che finalmente mette in campo delle competenze di comprensione e produzioen scritta. Leggevo articoli di Galli Della Loggia anche in quarta e quinta tecnico e tutto sommato gli studenti apprezzavano (nonostante i loro orientamenti politici molto pronunciati). A mio avviso si può iniziare anche solo leggendo insieme un editoriale a cadenza mensile per poi chiedere ai ragazzi di riassumerne la tesi e proporre il loro punto di vista.
Di solito salvo gli articoli letti online su Pocket, così si crea un archivio automatico, e li condivido in un secondo momento su Classroom. In questi giorni è interessante discutere sul concetto di merito che va per la maggiore su giornali e siti web.
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Grazie dello spunto prezioso. Io
Manco sempre di scientificità nell’approccio al testo argomentativo e qui ho trovato una proposta concreta e precisa. Ti farò sapere come va, perché la metterò sicuramente in atto.
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