Nella recente riforma dell’Esame di Stato conclusivo del I e II ciclo di istruzione, per opera della commissione Palermo e Serianni, largo spazio viene dato all’argomentazione: nella prima prova delle superiori, al posto dell’insulso e anacronistico saggio breve / articolo di giornale (che aveva la pretesa di far scrivere a degli adolescenti tipologie testuali per la cui realizzazione occorrerebbero settimane) si è dato spazio alla proposta di una tipologia B interamente dedicata all’analisi e alla produzione di un testo argomentativo, mentre si è creata una nuova tipologia, la C, chiamata “riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità,” al posto del tema di ordine storico e di ordine generale. Nello specifico, nella tipologia C, si chiede, partendo da un testo d’appoggio, di stendere un elaborato provvisto di titolo e con una paragrafatura accompagnata da titoli esplicativi a latere e da un uso consapevole dei connettivi testuali dell’argomentazione e dell’esposizione.
Intento comune dei due storici della lingua italiana è stata la progressiva destrutturazione dell’elaborato scritto di ordine generale (la vecchia tipologia D), quanto mai “generale” nella sue ultime versioni, nell’ottica di una competenza che miri alla stesura di un testo scritto ben paragrafato, in cui sia evidente la tesi dello scrivente, le sue argomentazioni e il punto di vista nei confronti di quanto proposto come testo da analizzare (tipologia B) o citazione (più o meno estesa) di appoggio da cui partire (tipologia C).
In questo mutato contesto, compito del docente di italiano sarà quindi quello di inserire nella sua programmazione anche l’incontro con i testi giornalistici (nello specifico editoriali) e saggistici, spesso esclusi in ragione della loro non appartenenza al consolidato percorso di storia letteraria. Ma, come ricorda Serianni nel suo volumetto Leggere, scrivere e argomentare. Prove ragionate di scrittura, in coda a un editoriale di Sergio Romano sulla caduta di Gheddafi: «Scegliere di analizzare un testo che tratta di geopolitica e non un racconto d’invenzione letteraria serve anche a questo: creare un circuito virtuoso tra i vari àmbiti del sapere, o se vogliamo tra le varie discipline scolastiche. Saper scrivere non significa soltanto dominare una tecnica espressiva, ma anche affacciarsi sul mondo che ci circonda e sulle tracce che vi ha lasciato la storia».
Ho accolto con favore questo nuovo impulso al potenziamento delle competenze linguistiche degli alunni: uno studente in uscita da un percorso liceale, ma anche tecnico e professionale, deve essere in grado di padroneggiare la lingua italiana, non solo a livello di produzione scritta, ma anche possedere abilità di comprensione, analisi e interpretazione di un testo non letterario, ma giornalistico, saggistico, misto. Insomma, non possiamo accontenartci che in quinta un alunno sappia “spiaccicare” quattro parole sul Fanciullino di Pascoli oppure scrivere tre-quattro pagine di “luoghi comuni” o “padellate di fatti propri” come ero solito chiamare i temi di ordine generale: è fondamentale che sappia strutturare il suo pensiero in forma scritta e orale, con uso di connettivi adeguati, essendo in grado di esprimere opinioni su tematiche anche di attualità, o vicine al suo orizzonte esperienziale (aggettivo sempre più ricorrente nei documenti ministeriali). L’analisi e l’approfondimento di testi non letterari consente poi di praticare, lungo tutto il corso dell’anno, quella “lettura profonda” che può risultare un antidoto contro la “lettura superficiale” che si sta sempre più diffondendo con il ricorso al digitale.
Credo poi sia unanime l’imbarazzo che si ravvisa spesso quando si cerca di proporre una riflessione in classe su temi di attualità e si chieda ai nostri studenti di argomentare le loro posizioni: da ciò emerge da una parte una scarsa attenzione ai problemi della società e dall’altra l’incapacità di avvalersi di strumenti per gestire il dibattito. Una soluzione potrebbe essere quella di pianificare un’attività preparatoria da gestire online, proponendo una piattaforma per il debating in rete propedeutica a quella in classe (in presenza o a distanza).
Nei mesi che stiamo trascorrendo in Didattica a Distanza, una delle competenze che, a mio avviso, si può promuovere in modo proficuo e assiduo nell’insegnamento dell’italiano è quella di scrittura. L’argomentazione, d’altra parte, è esplicitata anche nelle Linee guida di Educazione civica in cui si legge che, al termine del primo ciclo, l’alunno «Prende piena consapevolezza dell’identità digitale come valore individuale e collettivo da preservare. È in grado di argomentare attraverso diversi sistemi di comunicazione». La presenza ormai capillare di ambienti virtuali come Google Workspace, Teams e altri rende assai facile la condivisione di applicativi per l’argomentazione online. Da docente, sono consapevole delle mole di lavoro che richiede tanto la preparazione di queste attività, quanto il loro controllo e la loro correzione, ma uso sempre questo parametro: far scrivere agli alunni testi dalla lungezza non eccessiva, ma assegnando questa attività di frequente e correggendo in modo tempestivo, valutando anche la restituzione del lavoro corretto.
Non mi soffermo sulla pratica del debate, che è molto in voga nel sistema scolastico anglosassone e sta diventando di moda anche in Italia: conosco in linea teorica le procedure per creare un debate regolamentato efficace, ma preferisco, da incompetente, non scrivere in proposito, ma rimandare a un interessante contributo delle Avanguardie Educative Indire.
In questo articolo mi concentrerò invece su un’applicazione che uso da ben 5 anni e che, a mio avviso, risulta spendibile sia nella scuola secondaria di I grado sia in quella di II grado: Tricider. Sono consapevole della vasta bibliografia in rete, ma vorrei soffermarmi su qualche applicazione didattica e fare un bilancio da utilizzatore massivo dell’applicativo. Tricider non necessita di autenticazione da parte degli alunni, anche se è utile che il docente che propone l’attività di scrittura si registri per archiviare le discussioni e anche per salvarle (nello specifico in formato PDF) a titolo esemplificativo. In caso di classi parallele risulterà interessante notare l’impatto che ha avuto la stessa attività su un diverso gruppo-classe. Tricider è utile perché consente di integrare insegnamento in presenza con quello online. Per registrarsi bisogna seguire la seguente procedura: Google > Tricider > Login, Sign up now. Si può usare l’Account di Google per effettuare la registrazione.

Appena entrati ci si presenta la dashboard, ossia il “tavolo di lavoro”. Si può modificare in qualsiasi momento la discussione (con la funzione edit), creare una nuova tricision (discussione con Tricider), oppure digitare un argomento. In alto viene indicata la deadline, che di default è di due settimane, ma che si può comunque modificare, per esempio prolungandola oppure limitandola a pochi giorni, nell’ottica di una esercitazione mirata e valutata. Si può aggiungere una descrizione che precisi in termini più specifici il tipo di discussione. Come docente sarebbe preferibile iniziare proponendo la propria posizione (idea) su una particolare controversia, onde evitare la pagina bianca per uno studente che debba scrivere la propria opinione argomentata. È utile scegliere una c ontroversia che susciti interesse e che consenta un dibattito in un ambito che può essere socio-economico, storico, filosofico, tecnico-scientifico. Consiglio anche di diversificare le tematiche per classe, anno di corso, ma si tratta di ovvietà per un buon iinsegnante di italiano.

A questo punto il docente deve cliccare su “Share and Invite” e può condividere l’url con diversi strumenti, vari social media, ma visto che si tratta di un’attività didattica, è preferibile copiare il link e condividerlo sulla piattaforma in utilizzo (Classroom per Google Workspace oppure Teams, ma anche il Registro elettronico in uso). Tricider propone allo studente di registrarsi o meno e si può scegliere senza alcun problema l’opzione “No, grazie”. Con l’opzione “Add your idea” gli studenti possono aggiungere delle idee, argomentandole (con l’opzione Pros and Cons), votare idee altrui con “Mi piace” o “Non mi piace”. Il docente può aggiornare, può moderare, cancellare l’intervento, ma non può modificare i voti. Alla fine si può capire quale posizione è risultata la più convincente o ha totalizzato il maggior numero di consensi, proseguendo la discussione in classe, proiettando la tricision alla LIM oppure condividendo lo schermo durante la videolezione sincrona.
Ancora dubbi? Clicca sul video del mio canale Youtube!
Quali sono i vantaggi di Tricider nella didattica dell’italiano e nella promozione delle competenze d’argomentazione e di scrittura?
Tricider offre la possibilità di intervenire da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento, di votare in modo ordinato. Tutti possono intervenire, anche se dagli esperimenti in classe si può notare che solitamente gli alunni si sovrappongono; la dinamica è la seguente: i più diligenti stendono le loro argomentazioni con largo anticipo esprimendo posizioni forti, che vengono ripresa dagli altri, con leggere variazioni. Una volta poi che si delinea in modo prepotente una tesi, è difficile che se ne proponga una di segno opposto.
Il sito, non richiedendo né il login né la firma, risulta utile soprattutto nel caso in cui la controversia stimoli prese di posizione forti. Spesso capita che nei dibattiti in classe siano sempre i soliti a intervenire, mentre gli altri o non prendono la parola oppure si mostrano assertivi con la posizione più diffusa.
Risulta inoltre molto semplice per gli studenti con meno competenze digitali e, per la sua chiarezza e intuitività, adeguato tanto per alunni della scuola secondaria di I, quanto di II grado. A mio avviso, il target migliore sono comunque gli alunni del primo biennio della scuola secondaria di II grado, che affrontano il testo argomentativo tipicamente nel secondo anno di corso.
L’attività su Tricider può essere preparatoria al dibattito in presenza (o a distanza), ma, ed è l’opzione che consiglio, può essere un’interessante palestra di argomentazione per la stesura di un testo argomentativo su queste tematiche. Nello specifico, ho sperimentato con un discreto successo questa modalità: assegnare alle classi ogni settimana una tricision diversa, su tematiche di diversa tipologia (storica, letteraria, scientifica, sociale) e inserire in una verifica di produzione scritta una traccia ad hoc che presupponga lo svolgimento del debate online. Ciò da una parte responsabilizza gli studenti a un lavoro domestico costante e preciso (si sa, il voto è per molti l’unico obiettivo dello studio) e dall’altra consente loro di “poter scrivere” su un argomento di cui hanno contezza e su cui si sono documentati e hanno dibattuto nella classe (reale e virtuale).
Insomma, Tricider, pur nella sua veste grafica spartana e nellesue funzioni basilari, si è dimostrata da anni un’applicazione dall’ottime potenzialità per la didattica della scrittura a livelli di complessità crescenti.
Molto interessante! Dibattito preparato on line (ma con Padlet o simili) l’ho sperimentato anch’io, ma questa applicazione non la conoscevo! Leggo i tuoi articoli e mi ritrovo in linea con le tue riflessioni e sperimentazioni didattiche. Per esempio, anch’io ho lavorato molto sulla lettura ad alta voce anche da parte dei ragazzi (con prodotti multimediali conseguenti). Dove insegni, se posso chiederlo? Io a Oderzo (Treviso)… Magari siamo vicini? Grazie per i suggerimenti e complimenti per il tuo blog, curatissimo e con articoli davvero stimolanti. Angela
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Ti ringrazio. Tricider è un mio cavallo di battaglia. Ne ho scritto anche su questa rivista online (https://radicidigitali.eu/2021/03/05/costruire-argomentazioni-online-nelleta-della-frammentazione/). Io insegno a Lovere, al confine tra Bergamo e Brescia
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